La storia del Bob

La Slitta

Assieme agli sci e ai pattini, la slitta è uno dei più antichi mezzi di locomozione invernale. Se ne sono trovate tracce di epoche lontanissime tra gli esquimesi e gli indiani dell’America del Nord che si servivano, come ancora oggi, delle renne e dei cani quali animali da tiro. Anche se i concetti di costruzione furono diversi, lo scopo era unico: quello di trasportare persone o cose sulla neve. Si ebbero così le skunivede nei paesi scandinavi, mosse a spinta di uomo, i pulken dei Lapponi, le troike in Russia, che erano tirate da cavalli, i toboggan; o toboga usate dagli indiani canadesi.
Dove la slitta non ebbe l’importanza di un mezzo di locomozione in senso assoluto, si guardò a lei, come ad un attrezzo di svago, per scendere piacevolmente lungo discese nevose. Il moderno sport della slitta ha come data di nascita il 5 gennaio 1898, giorno in cui fu disputata la prima gara dalla cresta Run di St. Moritz a Celerina, in Svizzera.
Da qui si diffuse in numerose stazioni turistiche invernali, dove vennero costruite apposite piste e addirittura delle colline artificiali, dove non c’erano alture, per consentire la pratica del nuovo emozionante sport.

Tali piste, dallo sviluppo di 1500-1600 metri con un dislivello del 9-10%, videro i primi skeleton e bobsleighs, che assomigliavano ben poco all’originario veicolo da neve, in quanto il loro scopo principale era la velocità.
Lo skeleton è uno slittino monoposto formato da due pattini d’acciaio uniti da traverse sulle quali è sistemato uno scarno piano d’appoggio per il torace e viene guidato in posizione prona, testa in avanti e guidato semplicemente spostando il peso su di esso.
Il bobsleigh, o più brevemente bob, è una slitta a 2 o a 4 posti, con quattro pattini disposti a due a due, di cui la prima coppia è mobile e dà la direzione al veicolo che è comandato da un pilota per mezzo di due tiranti di corda; la seconda coppia è fissa. Nella parte posteriore è sistemato un freno costituito di denti metallici, che azionati da una leva mordono il ghiaccio con forza e viene usato al solo scopo di fermare il mezzo superato il traguardo.
Dal numero dei componenti l’equipaggio, il bob è «a due» o «a quattro». Davanti sta seduto il pilota, dietro il frenatore; nel bob a quattro, i due passeggeri di centro seduti in fila si chiamano interni.
Nelle gare di bob, dopo il sorteggio delle partenze, gli equipaggi partono uno alla volta e non ce ne devono mai essere due contemporaneamente in pista. Alla partenza i componenti l’equipaggio danno velocità al veicolo spingendolo a piedi e salendo poi rapidamente ai loro posti. Nelle gare ufficiali oggi, ogni equipaggio dispone in genere di due discese e la somma dei tempi impiegati, calcolati con cronometraggio elettronico al centesimo di secondo, consente la compilazione della classifica.

Il Club

Il Bob Club Cortina è l’associazione sportiva di questa disciplina che vanta il primato di bob club ancora attivo più antico d’Italia, oltre ad essere il club con più titoli italiani complessivi (32, di cui 15 nel bob a due e 17 nel bob a quattro).

Il club venne fondato nel 1948 da Federico Terschak, Sisto Gillarduzzi, Guido Gillarduzzi, Uberto Gillarduzzi, Amedeo Angeli e Francesco de Zanna. Il primo presidente del Bob Club Cortina fu Romeo Manaigo ed il primo segretario fu Guido Fassina. L’attuale presidente del club è Gianfranco Rezzadore.

Un gruppo di atleti e veri appassionati di una disciplina veloce, ma che richiede massima concentrazione nella scelta della traiettoria: una traiettoria che ora conduce verso le Olimpiadi del 2026 e alla rinascita della pista da Bob a Cortina d’Ampezzo. Il countdown ha inizio!

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